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La terza edizione di "Nati per vincere?" si è chiusa nella cornice più prestigiosa di Carpi: il Teatro Comunale. Non poteva essere altrimenti, vista la crescente partecipazione di pubblico e di interesse per ogni edizione e per ogni iniziativa nata dall'incontro tra tante scuole cittadine con l'associazione di genitori con figli disabili Il Tesoro Nascosto.

Il 28 aprile il pubblico si è divertito ed ha pianto. Ce lo hanno fatto sapere genitori e semplici spettatori, alla fine dello spettacolo e anche attraverso i tanti messaggi che ci hanno fatto pervenire. I ragazzi hanno ballato e cantato nei palchi e in platea, e hanno tifato calorosamente per i coetanei (disabili) ospitati sul palcoscenico.

Era, nel nostro intimo, quello che noi organizzatori volevamo. Suscitare due emozioni apparentemente contrastanti. Un messaggio che arriva attraverso l'allegria e il pianto supera ogni barriera, ogni impegno quotidiano, ogni preoccupazione e arriva diretto al cuore, all’anima.

Non c’è altro modo a nostro parere per parlare di disabilità. E’ un argomento triste, ammettiamolo, fatto troppo spesso di rinunce per quello che si vorrebbe fare ma non si può, per come fa sentire chi non ha disabilità chi ne è invece sfortunato portatore. E’ un retaggio culturale antico, quello di riconoscere solo ciò che un disabile non può fare. E anche se in parte è vero, -perché quello che non può fare un disabile è tanto, cerchiamo di non nascondercelo- questa cultura consolidata ed ereditata non consente di valutarlo come persona e per tutte le altre cose che invece sa fare. Non si cambiano le cose raccontando razionalmente questa verità. Una opinione diffusa si intacca solo penetrando attraverso le emozioni più importanti della natura umana. Il pianto e l’allegria.

Non posso non riportare un passaggio di una testimonianza che ci è arrivata per posta elettronica. Eccola: Quando la mia compagna mi ha invitato alla manifestazione a teatro credevo fosse un "congresso" sull'handicap, con tanto di esperti e statistiche...sicuramente non ho ascoltato con la dovuta attenzione. in realtà è stato più che istruttivo e molto divertente e credo di aver imparato di più di quanto sperassi. Sono uno psicologo a cui piace stupirsi e che vuole un mondo più giusto ed umano soprattutto per mia figlia nata poco più di un anno fa. Credo voi siate la strada giusta. Grazie.
Noi genitori de Il Tesoro Nascosto crediamo che queste frasi abbiano colto l’essenza di quello che cerchiamo di fare. Siamo convinti che questo spettatore, all’uscita dal Teatro Comunale, abbia ora una idea diversa della disabilità e, più in generale, della diversità. Provate ora ad immaginare gli spettatori che, invece della psicologia, hanno competenze meno vicine a questo mondo e storie di altro tipo.

Il retaggio culturale consolidato nei secoli fa dire che il modenese trentatreenne Simone Soria, in carrozzina con una tetraparesi spastica, non in grado di controllare i suoi movimenti ad eccezione della testa, che parla con estrema difficoltà ed è altrettanto difficile da comprendere, non possa avere una vita normale. Allora vi chiedo se laurearsi in ingegneria informatica, progettare e vendere in tutto il mondo software attraverso una propria azienda e, durante uno dei tanti viaggi all’estero conoscere una giapponese e sposarla non è vita normale. Mi spingo oltre. Giro la domanda e vi chiedo: quanti normodotati raggiungono questi risultati? Rimane vero il fatto che comunque Simone non controlla i propri movimenti, parla e si fa capire con difficoltà, e che è in carrozzina.

Annalisa Minetti, finalista a Miss Italia, vincitrice al festival di Sanremo, ora anche atleta paralimpica è non vedente. E’ un grande, grandissimo limite essere non vedenti, e ve lo testimonio con un episodio accaduto proprio a lei. Dopo la sua testimonianza e il suo coinvolgente show a “Nati per Vincere?” era a pranzo con noi. Ad un certo punto il figlio di 4 anni sparisce dal tavolo dove era seduto. Stava parlando con me quando se ne è accorta. Sul suo viso ho visto il terrore. Annalisa, in quella occasione era gravemente disabile. Se il marito e qualcuno di noi non lo fosse andato a recuperare quasi fuori dal locale, lei non lo avrebbe mai trovato. Essere non vedenti è una pesante disabilità. Ma chi, normodotato, ha una voce così bella da vincere Sanremo, un fisico così perfetto da sfiorare l’elezione a Miss Italia, muscoli e polmoni adeguati per battere il record italiano paralimpico nei 1500 metri di atletica? Annalisa è una bella donna disabile.

Francesco Messori, di Correggio, ha 13 anni ed ha una gamba sola. Dalla nascita. Cosa credi che farai nella vita, sussurra la voce che arriva dal radicato retaggio culturale, se non una sedentaria attività al computer? Invece no, Francesco vuole fare il calciatore, perché ama il calcio. Sul palco di “Nati per Vincere?” dichiara il suo amore per la juventus, suscitando dalla platea di coetanei tanti appausi e qualche fischio. Francesco gioca a calcio. Nel servizio proiettato sul grande schermo, girato da RaiSport, lo si vede mentre fa un assist, scarta un “normodotato” e anche mentre segna un goal.

Cecilia Camellini, di Formigine dalla nascita, 21 anni fa, dal Pechino 2008 vince ori ed argenti a paralimpiadi e ad europei di nuoto. Ha finito il liceo classico ed ora frequenta l’università. Psicologia. Lo sport ha bisogno di professionisti anche fuori dai terreni di gara, dice. Essere non vedente non le ha precluso nulla. Ancora vi chiedo quanti normodotati raggiungono i suoi risultati.

Cito ancora Annalisa Minetti quando nell’intervista dice che essere disabili aumenta la forza interiore e la voglia di emergere. Siamo d’accordo. A patto che ce ne siano le condizioni. Ecco allora che prima di quell’entità astratta che è la società vengono i genitori. Sono loro che hanno fatto nascere i ragazzi, seppur difettosi, ed ora sono loro che li devono fare vincere. Temo però che abbiano lo stesso dovere verso i ragazzi perfettamente riusciti.

Se sono i genitori i primi a pensare che il proprio figlio “non può”, invito gli stessi genitori poi a non prendersela con “la società” o con le istituzioni. Se non ricordo male, società ed istituzioni sono nostre emanazioni e rappresentanze.

Alessandro Mosconi era anche lui sul palco di “Nati per Vincere?”. Partecipa ogni anno da Monza al concorso letterario che porta lo stesso nome dell’iniziativa. Lui ha avuto un figlio disabile, poi ne ha avuto un secondo. Ha fatto ancora un figlio. Anzi, una figlia. Questa volta normodotata. Se non fosse convinto che anche con handicap si possa credere in loro, pensate che avrebbe continuato a fare figli difettosi?

Sapete che i “Ladri di Carrozzelle”, gruppo romano nato oltre 20 anni fa è composto, tranne uno, di soli musicisti disabili? Molto disabili. Chi li ha visti sul palco del teatro comunale di Carpi lo può confermare. Sono, compreso il vivaio, una trentina. Hanno suonato davanti ad adulti e ragazzi che ne hanno accompagnato le note ballando e cantando. Da disabili molto disabili.

Rifaremo” Nati per Vincere?” anche il prossimo anno. Proveremo a richiedere di nuovo il Teatro Comunale di Carpi. Avremo meno disponibilità economiche, perché il Paese e il cittadino donatore ha sempre meno soldi, e noi abbiamo il dovere di dedicare molte delle nostre risorse ai progetti che abbiamo allestito in favore dei ragazzi disabili. Ma “Nati per Vincere?” lo rifaremo. Se la comunità locale continua a dare questa risposta non possiamo certo tirarci indietro.

Nelson Bova

presidente associazione di genitori figli disabili Il Tesoro Nascosto onlus

fotografie di Valeria Sacchetti